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Grassi idrogenati, cosa sono realmente?

gelati idrogenato grassi

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GRASSI IDROGENATI

di Cristina Burlone

GRASSI IDROGENATI cosa sono?

I grassi idrogenati si trovano soprattutto nei cibi confezionati di produzione industriale: merendine, biscotti, torte, pop-corn, tutti quelli che contengono in etichetta la scritta “oli vegetali idrogenati”, “grassi idrogenati” o “parzialmente-idrogenati”.
La margarina è il prodotto che ne è più ricco per definizione (anche se oggi ne esistono in commercio alcune non prodotte per idrogenazione), ma anche gelati, creme spalmabili, integratori e la “famosa” panna vegetale da montare.
I “trans” sono i grassi che si ottengono durante il processo con cui gli oli vegetali vengono resi solidi: l’idrogenazione.

Sono usati da decenni nell’industria alimentare, in particolare nei prodotti da forno, perché sono pratici da usare e a basso costo.

Hanno il vantaggio di migliorare il sapore dei prodotti e la loro friabilità, e di allungarne la durata sugli scaffali.
Negli Stati Uniti stanno per metterli definitivamente al bando.

Grassi idrogenati: le accuse

I grassi di questo tipo, già da diversi anni sono ritenuti dannosi per la salute.

Accusati di far alzare i livelli di colesterolo cattivo, provocare danni alle arterie, e di conseguenza malattie cardiovascolari.

Si sono accumulate le prove della loro pericolosità. Secondo uno studio del 2006 sul New England Journal of Medicine, solo negli Stati Uniti sono all’origine ogni anni di un numero di infarti compreso tra 72 mila e 228 mila.
La demonizzazione dei trans è andata di pari passo con la riabilitazione dei grassi saturi di origine animale, contenuti nel burro, nei formaggi, nella carne rossa.
Per i grassi trans idrogenati, le accuse e i timori sembrano ormai provate al di là di ogni dubbio.

GRASSI IDROGENATI e BUGIE del MARKETING

Sui grassi idrogenati ci si è interrogati solo di recente. Fino agli anni ’80, erano considerati addirittura benefici. La margarina, veniva raccomandata come un sostituto del burro più leggero e salutare.
La storia dei trans inizia nel 1902, quando lo scienziato Wilhelm Normann scoprì che aggiungendo idrogeno agli oli vegetali, questi si solidificavano, creando nel processo grassi “trans”.
Quando iniziò l’allarme contro il burro e gli altri grassi saturi di origine animale, la margarina e i trans idrogenati sembrarono l’alternativa migliore.

Solo a partire dagli anni ’90 le ricerche hanno stabilito che i trans sono responsabili di aumentare il colesterolo cattivo e di provocare danni alle arterie, infarti e ictus.

Il loro uso negli ultimi anni è già fortemente diminuito. Dal 2006, negli Stati Uniti è obbligatoria la dichiarazione del contenuto di grassi idrogenati presenti.

Lo stato di New York ne ha bandito alcuni anni fa l’uso nei ristoranti.

Molte industrie alimentari e catene di fast-food si sono adeguate riducendo o eliminandoli dai loro prodotti. Il bando imminente deriva dalla decisione della Food and Drug Administration, di toglierli dalla lista degli additivi considerati “sicuri”.

La conseguenza pratica è che sarebbero le industrie a dover dimostrare che non sono dannosi, prima di usarli nei loro prodotti, che equivale a bandirli.

GRASSI IDROGENATI NORMATIVA EUROPEA

In Europa è obbligatorio dichiarare la loro presenza (indicata dalla dicitura “grassi idrogenati” o “parzialmente idrogenati” in etichetta), ma non la loro quantità.

Solo la Danimarca ha messo per legge una soglia tollerabile del 2%, che non può essere superata.
Le analisi e gli studi sui prodotti mostrano che negli ultimi anni, anche in Europa, c’è stata una diminuzione costante nell’uso dei trans.

I prodotti che li contengono non sono certo spariti dagli scaffali dei supermercati.

Molte aziende, anche in Italia, specificano sull’etichetta “non contiene grassi idrogenati” quando sicuramente sono assenti.
Purtroppo molti li hanno sostituiti con oli vegetali comunque molto scadenti.

Per chi volesse leggere la normativa sull’etichettatura del Ministero della Salute potete leggere qui

di Cristina Burlone